"Io sono credente e credo nella creatura e nell'uomo, che sono creature di Dio. La mia musica guarda alla natura e parla all'uomo per celebrare la gloria di Dio."
Olivier Messiaen
Messiaen è un musicista di grande spiritualità che, con la volontà di celebrare la comunione tra le creature e il Creatore attraverso i suoni, è stato capace di cogliere e di portare a unità le fonti più disparate, dal canto degli uccelli alle più antiche tradizioni musicali.
Grande compositore per organo, fu organista lui stesso, con incarico presso la chiesa della Sainte-Trinité di Parigi dall'età di 23 anni (1931) fino alla sua morte (1992).
Il misticismo è il cardine della sua musica, in una dimensione inscindibilmente unita all'amore per la natura. Comprendere la personalità e lo stile di Messiaen è entusiasmante perché la sua musica fonde in un linguaggio originale le influenze più diverse ed eterogenee: la metrica greca, i raga dell'India, il canto gregoriano, tutte le forme della musica sacra cristiana, il neoclassicismo di Stravinskij e il post-webernismo. Ognuno di questi elementi ha contribuito a costruire un laboratorio di alchimie sonore i cui risultati hanno influenzato musicisti successivi, come l'allievo Pierre Boulez.
È entusiasmante la sua posizione di equilibrio e di sintesi creativa delle più antiche fonti della civiltà musicale con lo spirito di ricerca e sperimentazione proprio della contemporaneità. Boulez ne ha parlato in un libro intitolato "Punti di riferimento" (Torino 1984) sottolineando il contrasto, intrinseco al suo linguaggio, tra musica calcolata e musica spontanea.
Negli anni tra il 1949 e il 1952 si manifestano due aspetti della sua poetica: il serialismo, oggetto di ricerche radicali, e il linguaggio oiseaux (ripreso dal canto degli uccelli). Ne "La tecnica del mio linguaggio musicale" (1944), Messiaen scrive:
Ascoltate gli uccelli, poiché sono dei grandi musicisti... Le loro linee melodiche, soprattutto quelle dei merli, superano l'immaginazione umana, ma poiché impiegano intervalli non temperati, più piccoli dei semitoni, è ridicolo e vano copiare servilmente; trasformerò, interpreterò i trilli e i cinguettii di questi piccoli servitori della gioia immateriale.
Vi ho offerto questi brevi appunti sull'Autore nell'intenzione di proporvi l'ascolto, in questo tempo di Natale, de La Nativité du Seigneur (1935). Si tratta di un ciclo di nove meditazioni per organo composte a partire da letture della Bibbia. Fin dalla prima meditazione, La vierge et l'enfant, la Parola diventa musica: l'incarnazione diventa esperienza di ascolto, il Verbo risuona con immagini sonore perché è stato custodito nel fragile corpo di un bambino e ora è custodito in noi. La Vergine compone con Dio questa musica e l'ascolta piena di gioia.
Il secondo quadro è dedicato ai pastori, Les bergers, e ci porta al cuore del Mistero. La meditazione prosegue con Desseins éternels, Le Verbe, Les enfants de Dieu, Les anges, Jésus accepte la souffrance, Les Mages e ha il culmine nella toccata finale Dieu parmis nous.
Un'esperienza di trascendenza: andare oltre all'apparente caos di questa musica, come al caos del reale, per scoprirvi, nel cuore più profondo, la luce e il senso. Auguriamoci di saper andare oltre, nell'ascolto come nella vita.
Tanti auguri di cuore!
Caterina Barontini