Se è vero che comunicare significa condividere e trasmettere pensieri, sentimenti ed emozioni a livello profondo e in modo sincero, allora possiamo dire che il Tango rappresenta un modo straordinario di comunicare, fisico e metafisico. L'intesa parte dall'abbraccio come gesto concreto (el idioma del abrazo) e giunge ad una filosofia dell'incontro tra popoli, culture e tradizioni diverse. La popolazione del Tango è frutto di un'ibridazione e la musica vede coinvolte linee melodiche, danze e ritmi diversi, frutto di genti sbarcate in Argentina quando i governanti (verso il 1880) aprono le frontiere ai migranti di tre continenti. Il Tango è un universo che ha stimolato musiche, libri, film e opere teatrali, come contenitore di metafore e racconti; è una filosofia, un modo di vivere caratterizzato da una grande urgenza espressiva.
In Tango all'Opera (ora su Spotify e sulle piattaforme online), Roberto Molinelli, compositore, direttore d'orchestra e violista, proietta il Tango sul palcoscenico dell'opera lirica. Molinelli ha scelto brani di Rossini, Verdi, Puccini e Mascagni per trasfigurarli nei colori e nei ritmi del Tango argentino, dando prova di una solida conoscenza storico-musicale, una potente creatività e un grande gusto dell'improvvisazione. Ciò che emerge all'ascolto è una poetica del sentimento, comune ai libretti d'opera e alle canciones de tango, che si muove sulle ali del virtuosismo nel segno della leggerezza. Significativa e ironica la scelta dei titoli: Una furtiva lagrima di Donizetti diventa Una Làgrima Oculta, O mio babbino caro di Puccini diventa Mi Papito Querido, e così via.
Gli interpreti (Anna Serova e i Tango Sonos) esprimono pienamente lo spirito di questa fusione creativa dando voce a una musica capace di toccare tutte le corde del sentimento: tristezza, gioia, rabbia, compassione, incanto, disincanto, onore, passione, amore e odio.
La violista Anna Serova, che spicca nel panorama internazionale per la duttilità artistica e la rara espressività, porta a compimento l'operazione compositiva alla base dell'album e perviene a una piena sublimazione e stilizzazione del tango. Passionalità e spiritualità, seduzione e incanto si fondono nel suono della sua viola, che costituisce la voce solista, accompagnata dal tipico ensemble tanguero (bandoneon, pianoforte e contrabbasso).
I Tango Sonos (Antonio Ippolito, bandoneon; Nicola Ippolito, pianoforte; Gerardo Scaglione, contrabbasso) partecipano con maestria ed entusiasmo, mettendo in risalto il valore artistico del progetto e rendendo questa trascrizione un'esperienza di grande ricchezza timbrica. All'ascolto, la complessità degli intrecci, dei dialoghi e dei ritmi risulta semplice, accattivante e luminosa. Antonio e Nicola Ippolito sono due fratelli lucani, mentre Gerardo Scaglione è di Buenos Aires.
L'impiego del pianoforte e del bandoneon compare nelle orchestrine argentine all'inizio del Novecento, segnando la scalata sociale del Tango. Il Tango argentino è una danza viva, nata e vissuta a Buenos Aires tra i vari popoli immigrati tra Otto e Novecento (tra cui quattro milioni di italiani). È un ballo di coppia unita e di improvvisazione, complessa, in cui uomo e donna non fanno gli stessi passi: il segreto è la condivisione di un sottile codice comunicativo, che li unisce in un unico evento. È questo l'aspetto più affascinante: l'ascolto, l'invenzione, la comprensione del movimento e della posizione dell'altro, sempre in una piena e completa immersione nella musica.
Come scrive Roberto Molinelli, l’Opera lirica e il Tango non sono universi musicali poi così distanti, poiché quest’ultimo è stato in gran parte influenzato dal nostro melodramma per mezzo dell’immigrazione italiana in Argentina, tanto che i più grandi compositori di questo genere portano cognomi evidentemente italiani (Piazzolla, Pugliese, Troilo, D’Arienzo, De Caro…). Inoltre, anche la canzone napoletana, con le sue melodie appassionate e i testi trascinanti e a volte malinconici, ha contribuito, attraverso la sempre crescente comunità italo-argentina, allo sviluppo della tradizione tanguera nella regione del Rio de la Plata, tra l’Argentina e l’Uruguay.
Molinelli ha rielaborato i ritmi del folclore argentino, dalla Milonga al Tango porteño, fino al Vals in tre quarti, di chiarissima derivazione europea.
L'ultimo brano, Milonga y Chacarera, è invece una composizione originale del Maestro, che sa coniugare la melodia sentimentale di una struggente e a tratti drammatica Milonga lenta, alla forza vitale dell'impetuosa e virtuosistica Chacarera, danza tipica contadina.
Scrive Astor Piazzolla: "Se sei malinconico il Tango accarezza la tua malinconia, se sei allegro è la colonna sonora giusta per proiettare sugli altri la tua allegria. Il Tango sei tu. Sono i tuoi sentimenti, gli stati d'animo, le tue gioie o le tue tristezze a definirne il colore e il significato." Anche il Tango all'Opera. Quando c'è sintonia tra universi musicali e tra visioni del mondo, c'è ricerca di una comunicazione autentica, che educa all'incontro e aiuta ad avere fiducia in sé e negli altri.
Albarosa Lenzi