david-troeger-i3lmajjcp-o-unsplash
5327-david-troeger-i3lmajjcp-o-unsplash
Diamo la parola
alla musica

Diamo la parola

alla musica


facebook
twitter
instagram

per contattarci scrivi a

blog@hildegardmusicassociation.com

Quest'opera è distribuita

con Licenza Creative Commons

Attribuzione 4.0 Internazionale.​

88x31
il blog dell'Associazione musicale Hildegard

facebook
twitter
instagram

Dutilleux. Forgiare suoni con lo slancio di un sogno

26/07/2021 21:03

Caterina Barontini

Novecento, Musica della contemporaneità, Tempo e musica, Novecento francese, Henri Dutilleux,

Dutilleux. Forgiare suoni con lo slancio di un sogno

Ultimo depositario del Novecento francese, è il padre di una musica astratta imbevuta della visionarietà di chi cerca una simbiosi tra musica, arte e cultura.

La scuola musicale francese di Claude Debussy e Maurice Ravel ha visto in Henri Dutilleux (Angers, 22 gennaio 1916 – Parigi, 22 maggio 2013) il suo esponente di spicco più vicino ai nostri giorni e, per molti storici, il suo ultimo depositario dopo Messiaen; la sua è una musica astratta imbevuta della visionarietà propria di chi cerca una simbiosi tra musica, arti e cultura. Il suo ambiente familiare gli aveva fatto conoscere letterati, poeti e pittori. Il padre era stampatore e libraio – dato biografico che lo accomuna a Robert Schumann, con il quale ha in comune ben più di questo: la concezione per cui l'estetica di un'arte equivale all'estetica di un'altra arte. Il nonno materno, Julien Koszul, era compositore, organista e direttore del conservatorio di Roubaix; il bisnonno paterno era il pittore Constant Dutilleux, amico di Delacroix e Corot e loro corrispondente (in particolare, abbiamo ventinove lettere da parte di Delacroix)... il celebre ritratto di Chopin, ora conservato al Louvre, era appartenuto a Constant.


Estremamente autocritico e attento ai dettagli, noto per la precisione da orafo con cui scriveva, ha permesso di pubblicare solo una parte delle sue opere e non ha mai smesso di revisionare anche quelle già uscite (ad esempio, Timbres, Espace, Mouvement ou 'La Nuit étoilée', scritta nel 1977-78, fu revisionata nel 1991 con l'aggiunta di un interludio per soli violoncelli). Le sue opere cameristiche e sinfoniche ci sono pervenute soltanto in registrazioni di altissima qualità esecutiva e interpretativa, proprio perché i solisti e le orchestre più prestigiose gliele avevano commissionate. Nel corso della sua lunga attività ha ricevuto riconoscimenti internazionali, come il Prix de Rome (1938), il Grand Prix national de la Musique (1967), il Prix MIDEM Classique di Cannes (1999) e il Premio Ernst von Siemens (2005) come "uno dei grandi artisti della musica contemporanea francese, la cui produzione si distingue per la sua chiarezza poetica" (Dutilleux è stato il terzo compositore francese a riceverlo dopo Olivier Messiaen e Pierre Boulez). 

 

In una serie di conversazioni con Claude Glayman (Mistero e memoria dei suoni, Ricordi, 2005, trad. it. di Marco Mazzolini), Dutilleux racconta che durante i suoi studi al Conservatorio di Parigi (1933-1938) l'insegnamento accademico era distante dalla vita musicale contemporanea: passato e presente erano senza legami. La sua esperienza compositiva gli ha permesso di colmare questa distanza, conciliando la sua esigenza di radicamento nella tradizione europea e la sua istanza altrettanto forte di rinnovare il linguaggio musicale, mirando alla costruzione di un proprio sincretico mondo sonoro. Un procedimento emblematico in questo senso, in equilibrio tra tradizione e innovazione, è quello applicato al quartetto d'archi Ainsi la nuit (1974-76), un continuum di sette sezioni che in realtà sono riconducibili ai tre movimenti canonici della forma classica.


"Quando ho scoperto davvero, e in profondità, i quartetti di Beethoven, per me è stato un arricchimento prodigioso. La grande modernità di Beethoven appare anche sul piano grafico (...). A volte, la relazione fra questo e la dimensione sonora è impressionante."

 

Al centro della sua poetica troviamo le nozioni di tempo e memoria: la sua creatività vive nella forma del riemergere del ricordo e del ritorno del tempo, alla maniera di Proust, a cui si è espressamente ispirato. A questo proposito, dobbiamo ricordare la tecnica compositiva della variazione inversa, secondo la quale un tema non è presentato all'inizio di un brano, ma è rivelato gradualmente, apparendo nella sua forma completa solo dopo diverse esposizioni parziali o frantumate: quando il tema appare finalmente ricostruito nella sua interezza, il senso percepito dall'ascoltatore è lo stesso di un'epifania proustiana

 

Altre fonti da lui evocate sono le opere di Van Gogh, la scrittura di Baudelaire e lo stile compositivo di autori come Bartók e Stravinskij. L'ispirazione ricevuta da Van Gogh è rintracciabile nella già menzionata Timbre, Espace, Mouvement ou 'La Nuit Etoilée' e anche in Correspondances (2003), in cui il movimento finale, V, è ispirato a dei pensieri tratti dalle lettere di Vincent al fratello Théo.

 

Possiamo affermare quindi che la sua immaginazione si è nutrita di esperienze visive, letterarie, acustiche e filosofiche da lui vissute con un focus particolare sulla dimensione del tempo come campo della percezione e della memoria. L'esito espressivo che ne deriva è strettamente riconducibile alla visionarietà cosmica di sogni ineffabili, in apparenza privi di una struttura logica ma capaci di rivelare, proprio attraverso il tempo, il loro senso segreto: l'unica necessità all'ascolto è lasciarsi sorprendere dalla metamorfosi continua del colore dei suoni. 

 

"Ogni volta che ci si immerge nel passato, nell'opera dei maestri, si ritrova il colore, in modo diverso. Colore armonico in Chopin, Schumann, Liszt; colore anche in Berlioz, con la sua straordinaria tavolozza orchestrale; colore insieme armonico, orchestrale e modale in Debussy, Messiaen e molti altri ancora. Per quanto mi riguarda il colore strumentale conta molto, e forse è per questo che sono sempre disposto a scrivere per orchestra."

 

Un segno ulteriore che rimarca l'importanza del colore strumentale sta nell'utilizzo del cymbalum, strumento a corde di origine popolare ungherese, presente in brani come L'Arbre des songes e Mystère de l'instant. A livello armonico, l'organizzazione accordale si fonda su gruppi di poche note che consentono un legame con l'armonia tradizionale, agli antipodi della serialità. Anche il ritmo costituisce un elemento importante nell'evoluzione del linguaggio e, consapevole degli apporti di Messiaen in quest'ambito, Dutilleux spesso evita la regolarità ritmica per suscitare un continuo senso di stupore e di mistero. 

 

L'Arbre des songes, concerto per violino e orchestra (1980-85), dedicato a Isaac Stern​

Il compositore ha raccontato di aver sognato un albero in cui ogni ramo esprimeva un'idea musicale, contrassegnata da un desiderio di melodia e cantabilità.

 

Fin dall'inizio il violino solista non tace mai; talvolta dei frammenti della sua melodia contagiano il resto degli archi aprendo spazi di dialogo. Il primo tempo è di andamento rapsodico, ritmicamente libero, mentre il secondo è un allegro in sei ottavi con andamento di danza. Prima e dopo il secondo tempo si aprono come "strappi nel cielo di carta" interludi orchestrali fortissimi, scatenati, poi di nuovo inclini al lirismo. Nel finale l'orchestra si addensa e il violino procede nelle regioni più acute, finché trascina anche gli altri strumenti.

 

Davanti alla frase del Maestro secondo cui la musica "è spesso una scienza al servizio o alla ricerca dell'arte", se fosse possibile, sarei tentata di stringergli la mano e di rispondergli che questa frase è poesia... è poesia perché abbraccia gli opposti, perché diventino uno.

 

Caterina Barontini


 

Cronologia essenziale delle opere

 

- Sarabande et cortège per fagotto e pianoforte (1942)

- Sonatina per flauto e pianoforte (1943)

- Sonata per pianoforte (1948)

- Première Symphonie (1951)

- Deuxième Symphonie (1957-59)

- Métaboles per orchestra (1962-64)

- Tout un monde lointain per violoncello e orchestra (1967-70)

- Ainsi la nuit (1974-76)

- Timbres, Espace, Mouvement ou 'La Nuit étoilée' (1977-78; rev. 1991)

- L'Arbre des songes, concerto per violino e orchestra (1980-85)

- Mystère de l'instant per 24 archi, cymbalum e percussioni (1986-89)

- The Shadows of Time per orchestra e tre voci infantili (1993-97)

- Correspondances per soprano e orchestra (2003)


home

L’ispirazione barocca nella canzone anni settanta e Sanremo tra nostalgia e innovazione
Popular music, Musica della contemporaneità, Storia della canzone italiana, Sanremo, Storia della canzone, Massimo Ranieri,

L’ispirazione barocca nella canzone anni settanta e Sanremo tra nostalgia e innovazione

Ilaria Barontini

29/10/2024 20:12

Dalla canzone italiana degli anni '70, un excursus sulla storia del Festival di Sanremo alla ricerca di contaminazioni tra la canzone e altri mondi musicali.

Popular music, Freddy Mercury, Queen, Storia della canzone,

"Bohemian Rhapsody", una meditata e accorata ispirazione

Ilaria Barontini

05/09/2024 13:27

In questo brano tentacolare, simile a un'opera rock, il dramma dell'esistenza umana, la perdizione e la salvezza entrano nella storia della canzone.

Mia Martini, Minuetto. Un’analisi appassionata
Popular music, Storia della canzone italiana, Mia Martini, Giorgio Gaber, Franco Califano, Festivalbar,

Mia Martini, Minuetto. Un’analisi appassionata

Ilaria Barontini

19/11/2023 19:02

A cinquant'anni dall'uscita, riascoltiamo Mia Martini in "Minuetto" (Baldan Bembo-Califano), dalla scrittura musicale e testuale potente e evocativa.

Sigle di anime e altre musiche: ricordi di chi è (stato) bambino sul serio
Popular music, Sigle dei cartoni animati,

Sigle di anime e altre musiche: ricordi di chi è (stato) bambino sul serio

Ilaria Barontini

15/11/2022 20:02

Tra la seconda parte degli anni '70 e la metà degli '80 ce li chiamavano ancora "cartoni animati". Ma c'era di mezzo il computer (in modi d'epoca! Olt

A cena sulle stelle con Piero Ciampi
Popular music, Musica e poesia, Storia della canzone italiana, Piero Ciampi,

A cena sulle stelle con Piero Ciampi

Ilaria Barontini

29/06/2022 16:05

"Prima o poi inciampi in Ciampi", come pare abbia detto Paolo Conte. Un inciampo felice anche quando i contenuti dei brani sono tragici come in "Sporca estate".

L’essenzialità come poetica di contrasti ne “La Courte Paille” di Francis Poulenc
Novecento, Musica della contemporaneità, Novecento francese, Francis Poulenc,

L’essenzialità come poetica di contrasti ne “La Courte Paille” di Francis Poulenc

Caterina Barontini

13/04/2022 15:53

Dall'ascolto de "La Courte Paille" scopriamo che la sensibilità di Poulenc vibra nel contrasto tra stravaganza e malinconia. Antitesi che si risolve nell’anima.

Pasolini e il “dolce ardore” della musica
Novecento, Musica e poesia, Musica e letteratura, Pier Paolo Pasolini, Musica e cinema,

Pasolini e il “dolce ardore” della musica

Albarosa Lenzi

07/03/2022 22:11

Un ricordo di Pasolini con il focus sul suo amore per la musica, raccontato dai suoi scritti, dalle colonne sonore dei suoi film e dai suoi testi di canzoni.

“Virale”: una canzone attuale
Popular music, Storia della canzone italiana, Sanremo, Matteo Romano,

“Virale”: una canzone attuale

Ilaria Barontini

13/02/2022 17:29

Un'analisi di Virale, cantata da Matteo Romano al 72° Festival di Sanremo, che tratta un argomento chiave del nostro tempo: la dipendenza da relazioni virtuali.

Mahmood e il colore dei soldi
Popular music, Storia della canzone italiana, Sanremo, Eurovision Song Contest, Mahmood,

Mahmood e il colore dei soldi

Ilaria Barontini

29/01/2022 18:48

Mahmood in "Soldi" rimarca la negatività alienante dell'ossessione per i beni materiali, con stile e forma ibridi e con l'ampia gamma espressiva della sua voce.

Bruno Maderna e il mistero della morte
Novecento, Musica della contemporaneità, Avanguardie musicali, Novecento italiano, Bruno Maderna,

Bruno Maderna e il mistero della morte

Caterina Barontini

22/01/2022 17:56

Composizione n. 2 di Maderna è una riflessione contemporanea sul mistero della morte che scaturisce dalla rielaborazione dell'Epitaffio di Sicilo.

Mario Castelnuovo-Tedesco. Quando la musica diventa poesia
Novecento, Musica della contemporaneità, Musica e poesia, Musica e letteratura, Novecento italiano, Mario Castelnuovo-Tedesco,

Mario Castelnuovo-Tedesco. Quando la musica diventa poesia

Caterina Barontini

31/12/2021 16:18

L'itinerario creativo di Mario Castelnuovo-Tedesco dà voce ad un umanesimo moderno che si radica nell'affinità spirituale con letterati e poeti tra cui Dante.

Novecento, Ottorino Respighi, Generazione della svolta, Novecento italiano,

Visioni dell’arte musicale dalla “generazione della svolta”. Respighi

Caterina Barontini

13/11/2021 15:48

All'interno della “generazione dell’Ottanta", Respighi mira a coniugare la ricerca di nuovi colori orchestrali alla riscoperta di valori musicali del passato...

La canzone italiana degli anni Sessanta tra strade già percorse e nuove possibilità espressive: riflessioni sul troncamento vocalico
Novecento, Popular music, Storia della canzone italiana,

La canzone italiana degli anni Sessanta tra strade già percorse e nuove possibilità espressive: riflessioni

Ilaria Barontini

03/10/2021 16:50

Il troncamento vocalico è un elemento rilevante nel rapporto tra testo e musica; ecco perché la sua scomparsa ha aperto nuove strade alla canzone italiana.

Dutilleux. Forgiare suoni con lo slancio di un sogno
Novecento, Musica della contemporaneità, Tempo e musica, Novecento francese, Henri Dutilleux,

Dutilleux. Forgiare suoni con lo slancio di un sogno

Caterina Barontini

26/07/2021 21:03

Ultimo depositario del Novecento francese, è il padre di una musica astratta imbevuta della visionarietà di chi cerca una simbiosi tra musica, arte e cultura.

Il sax di Pedro Iturralde: una voce per unire i popoli
Novecento, Musica della contemporaneità, Sax, Pedro Iturralde, Compositori spagnoli,

Il sax di Pedro Iturralde: una voce per unire i popoli

Caterina Barontini

22/04/2021 13:59

Ascoltando Iturralde percepiamo il suo desiderio e bisogno di fare musica per unire culture e tradizioni, sempre in sintonia profonda con il timbro del sax.

Alexander Arutiunian. Dalle radici armene, l'universale in musica
Novecento, Musica della contemporaneità, Alexander Arutiunian, Compositori armeni,

Alexander Arutiunian. Dalle radici armene, l'universale in musica

Caterina Barontini

14/03/2021 17:41

La musica di Alexander Arutiunian (1920-2012) fonde il patrimonio armeno, colto e popolare, con la tradizione romantica russa di Tchaikovsky e Rimsky-Korsakov.

Marcel Bitsch tra sogno e ironia
Novecento, Musica della contemporaneità, Marcel Bitsch, Novecento francese,

Marcel Bitsch tra sogno e ironia

Caterina Barontini

07/03/2021 15:11

Marcel Bitsch (1921-2011) dà una voce contemporanea ai paradossi dell'esistenza con una sensibilità originale che si ispira a Bach, ai romantici e a Stravinsky.

Mango. Dalla voce in poi
Popular music, Pino Mango, Storia della canzone italiana,

Mango. Dalla voce in poi

Ilaria Barontini

28/02/2021 15:39

Raffinatezza + spontaneità = innovazione. Equazione che ritroviamo nella voce di Mango, nell'album "Adesso", in "Dal cuore in poi": uno zoom appassionato.

Musica della contemporaneità, Tango, Folclore argentino, Opera lirica,

Tango all'Opera

Albarosa Lenzi

07/02/2021 14:42

"Tango all'Opera" di Roberto Molinelli, nuova release ora online, è la fusione creativa dell'opera lirica e del folclore argentino. Anna Serova e i Tango Sonos!

Intorno ai messaggi di Schubert
Ottocento, Romanticismo, Franz Schubert, Liederistica,

Intorno ai messaggi di Schubert

Caterina Barontini

31/01/2021 15:16

La musica di Schubert è specchio di un pensiero limpido e incisivo che nei Lieder sgorga spontaneamente dalla parola e nella musica strumentale è poesia sonora.

Preludio programmatico

di Caterina Barontini – 22/11/2020

Diamo la parola alla musica! In tutti i sensi: vogliamo che questo blog sia uno spazio di ascolto musicale e allo stesso tempo di esplorazione guidata dentro la musica, per aiutare chiunque passi di qua a captare i messaggi nascosti "fra i righi" del pentagramma. Perché questo spazio? Perché la musica ha bisogno di parole, oggi più che mai, per poterci parlare con tutta la sua forza?